Dati alla mano, “il disastro del Super Bonus” è una fake news
di Strutture Energia Srl · 24 marzo 2023
Tag: Bonus Edilizi
Tag: Superbonus 110%
Amintore Fusco, Ceo di Strutture Energia, lancia un accorato appello commentando il DL 11/23 che blocca la cessione del credito per bonus edilizi
di Vanna Polvere
Il nostro Partner Strutture Energia, per voce del suo Ceo, l’ing. Amintore Fusco, ci ricorda che fra meno di un mese il Parlamento Italiano si dovrà esprimere sulla conversione in Legge del DL 11/2023 per rendere definitiva l’abolizione della cessione del credito di imposta generato dal SuperBonus.
“Condivido con i Partner di Partner 24 Ore – scrive Fusco – un mio contributo che, dati alla mano, peraltro forniti dallo stesso Parlamento, ribalta la tesi del disastro economico del SuperBonus, ridimensionando drasticamente i costi sostenuti dallo Stato ed evidenziando gli innumerevoli benefici ottenuti con questo incentivo come, ad esempio: incremento del PIL (+3,7 dati ISTAT Marzo 2023); ogni euro investito ha indotto un ritorno economico di 2,71 euro (rapporto Nomisma, Febbraio 2023).”
Video e comunicato stampa in pdf: https://www.strutture-energia.it/comunicato-stampa-del-20-02-2023, con una sintesi dei dati a supporto.
“Aggiungo anche – continua l’Ingegnere – che, con l’introduzione della #CarbonTax prevista dalla UE, a carico solo di chi produce l’inquinamento, il costo del SuperBonus per lo Stato (ossia per l’incolpevole collettività) si potrebbe addirittura azzerare.
Ritengo che impedire all’Italia di adempiere agli obblighi già assunti con l’UE riguardanti il piano Green Deal e la recente Direttiva EPBD sulla riqualificazione delle case più energivore (classi E, F, G) sia una decisione sbagliata, non solo per le ovvie ragioni ambientali ma anche perché la decarbonizzazione è “l’unica via per una crescita economica stabile, sicura e a basso costo”: proseguire ad importare carburanti fossili per produrre energia (e anidride carbonica) continua ad esporci allo stesso rischio di bollette impazzite, come è avvenuto negli scorsi mesi a causa della guerra Russia-Ucraina.
Peraltro, questo mette a rischio i 235 miliardi di euro del PNRR insistentemente richiesti dall’Italia e finalmente concessi dall’Europa a lei sola, per sostenere i necessari investimenti.
Solo qualche giorno fa (15/03/2023) tutti gli altri paesi della EU hanno confermato la volontà di attuare il piano di decarbonizzazione e, a differenza dell’Italia, sostenendo in proprio tutti i costi d’investimento (esempio, Germania: già stanziati 200 miliardi di euro)”.
Ed ecco infine l’appello del nostro partner: “Siamo ancora in tempo ad aiutare i nostri Parlamentari a prendere una decisione illuminata. Il coinvolgimento dei settori operanti nell’economia reale è fondamentale nel definire una linea concreta in cui tutti gli attori possano trarre beneficio.”
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